Ho bisogno che ci siano condizioni ambientali per favorire il processo anche fuori stagione.
Mi occorrerà creare una serra, condizionarla e, di conseguenza, inquinare. Dovrò ricreare una stagione artificiale per temperatura e umidità, dovrò replicare tecnologicamente un preciso momento “storico”. Dovrò avere luci accese per simulare una giornata più lunga, oscurarle per farne una più corta, usare colori, frequenze e ultravioletti per dare sensazioni favorevoli allo sviluppo della pianta.
Tanta roba, ma alla fine, il prodotto che otterrò non è assolutamente come il prodotto che si ottiene a maggio,
secondo natura.
È il ritmo biologico a stabilire che a volte ci siano fragole buonissime e a volte no, perché le peculiarità che la natura offre, di volta in volta, dipendono dalla sua mutevolezza, dal non essere mai uguale a se stessa e da mille imprevisti: piogge, siccità, grandinate, ghiacci, parassiti e mille altre variabili.