25 Oct al-dente-seasonality

Capitolo Primo
La Stagionalità
Che argomento complesso! Abbiamo spinto Paolo Amadori alla massima sintesi, lo abbiamo costretto a toccare solo aspetti essenziali, a fare riflessioni e consegnarci suggestioni aneddotiche. Più che fornire risposte esaustive, lo Chef ha saputo (come sempre) generare domande importanti. Ecco il suo flusso di coscienza, di scienza e di esperienza.
Ok! Parto dal presupposto che oggi tutto è accessibile per 365 giorni all’anno, ma stagionalità è un aspetto fondamentale tanto per quel che riguarda la cultura integrale di un popolo, quanto per il nostro settore specifico di trasformazione, preparazione e consumo di cibi.
Già, perché stagionalità significa rispettare e valorizzare l’intero ciclo naturale e biologico di cui per primi facciamo parte.
La vita scorre secondo stagioni, climi, sole, luna, terra e lavoro. Noi veniamo dalla natura e – in maniera evidente o sottile – dai suoi ritmi dipende il nostro benessere, il nostro piacere e il nostro operare. Praticamente tutto.
Stagionalità dovrebbe voler dire – il condizionale ora è d’obbligo – risparmiare. Un risparmio non solo economico per chi acquista, ma anche per chi produce.
Immagino una fragola che “normalmente” nasce a maggio. Se voglio produrre fragole a dicembre per creare un mercato “speciale”, devo simulare un ambiente dove il frutto possa nascere, crescere e fare la miglior figura possibile sullo scaffale.
Ho bisogno che ci siano condizioni ambientali per favorire il processo anche fuori stagione.
Mi occorrerà creare una serra, condizionarla e, di conseguenza, inquinare. Dovrò ricreare una stagione artificiale per temperatura e umidità, dovrò replicare tecnologicamente un preciso momento “storico”. Dovrò avere luci accese per simulare una giornata più lunga, oscurarle per farne una più corta, usare colori, frequenze e ultravioletti per dare sensazioni favorevoli allo sviluppo della pianta.
Tanta roba, ma alla fine, il prodotto che otterrò non è assolutamente come il prodotto che si ottiene a maggio,
secondo natura.
È il ritmo biologico a stabilire che a volte ci siano fragole buonissime e a volte no, perché le peculiarità che la natura offre, di volta in volta, dipendono dalla sua mutevolezza, dal non essere mai uguale a se stessa e da mille imprevisti: piogge, siccità, grandinate, ghiacci, parassiti e mille altre variabili.
